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Il modo con cui le diverse amministrazioni si rapportano reciprocamente e condividono tempi, modalità e contenuti della loro azione forma tradizionale oggetto, nel dibattito italiano, di un'attenzione specifica. Si tratta di un tema che ha attraversato molte "stagioni" e che, come tale, si è rivelato strumentale alla discussione di questioni concettualmente assai distanti. Le riforme amministrative e costituzionali che si sono succedute dal 1990 al 2001 hanno stimolato nuovamente la discussione, fornendo ai problemi di coordinamento nuovi ambiti di sperimentazione, specialmente con riferimento alle relazioni tra i diversi livelli territoriali di governo e le rispettive politiche pubbliche. Anche lo studio dell'integrazione europea e delle differenti opzioni di contatto e di collaborazione che in quel contesto si offrono alle istituzioni e agli "organismi" facenti capo a Bruxelles, da un lato, e alle amministrazioni degli Stati membri, dall'altro, costituiscono, per la riflessione sul coordinamento amministrativo, un'arena di sicuro interesse. Essa consente, peraltro, di comparare efficacemente le specificità che sul punto presentano i singoli approcci nazionali. Un ulteriore allargamento della prospettiva, dovuto in particolare all'impatto delle tante esperienze giuridiche riconducibili al cosiddetto "diritto amministrativo globale", consente, oggi, di apprezzare la rilevanza teorico-generale dell'argomento.